Ciao stai per leggere il nuovo post dei Quadernetti per la rubrica Notizie dall'isoletta.
Un tributo alla mia verdissima patria adottiva, l’Inghilterra.
Contiene, foto, aneddoti e dispacci dal quotidiano.
Soundtrack consigliata: Our House - The Madness
C’è una cosa, su tutte, che non smette di incantarmi in questa mia terra adottiva: il suo lato kitsch.
Ma cos’è il kitsch, in generale, e che qualità assume oltremanica? Questo numero dei Quadernetti ne parlerà con esempi alla mano, e infine, per chi sarà così ardito da arrivare a fondo pagina, ci sarà pure una sorpresina.
I contenuti presenti nella rubrica Notizie dall’isoletta non hanno alcuna pretesa di universalità; quelli che troverete in queste pagine sono e saranno sempre i miei personali punti di vista, basati sulle mie esperienze nel piccolo birrificio di un piccolo villaggio del north-west Northamptonshire, Braybrooke. Il condimento è a base di british humor e parodia all’italiana.
agg.inv., s.m.inv.
1. agg.inv., di cattivo gusto, pacchiano: arredamento, abbigliamento kitsch | di qcn., che si comporta o si veste in modo particolarmente eccentrico e vistoso.
2. s.m.inv., cattivo gusto, predilezione per oggetti eccentrici, ornamenti eccessivi, imitazioni dozzinali di opere d’arte e sim. | oggetto di cattivo gusto.
England kitsch and cringe
In Inghilterra esiste un vasto campionario di soggetti, oggetti e situazioni, che possono rientrare nella definizione di kitsch. Gli esempi che pescherò dal cilindro, oggi, gravitano attorno agli spazi della mensola e del giardino.
In tutto il mondo la mensola è conosciuta per il suo ruolo di membro architettonico avente funzione di sostegno ed esibizione di suppellettili e articoli di varia natura.
In Gran Bretagna la mensola è intesa e utilizzata come calamita di accessori di arredamento impermeabili ad ogni concetto di buongusto.
Il territorio del giardino, o patio, è una succursale esterna di quanto detto nelle righe precedenti, e assume spesso una valenza di santuario artistico, laddove arte sta per impulso demenziale.
Quella che segue è la mia personale terzina del british kitsch and cringe.
Lasciate ogni velleità estetica, voi ch’entrate.
1. Casa dolce kitsch
Nell’ultimo anno ci siamo immersi nel mercato immobiliare anglosassone alla ricerca di una casa e, in dodici mesi, le dimore passate sotto le nostre scarpe sono state più di una trentina, oltre un centinaio se si considerano quelle vagliate sui database in internet. Sorvolando le dubbie attitudini edilizie, e dunque l’incapacità cronica del soggetto britannico di gestire le geometrie, quello che si può riscontrare in ogni casa è la passione per il pacchiano. Entra così tanto nella pelle che per quanto uno ci provi, ad ancorarsi ai canoni di bellezza continentali, vince sempre l’oggetto di inclassificabile bruttezza, orgogliosamente brandito come Made in England.
Gli interni di molte case sono addobbati con uno stile alticcio, in cui convivono le perversioni dei grandi artisti surrealisti, e le peggiori fobie dei poveri cristi affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo da Ordine e Simmetria.
Non è tanto il disordine, ma la mancanza di esso. Per assurdo, l’armonia c’è, la logica pure, ed è tutto così dannatamente incastrato bene che risulta difficile trovare la singola stonatura, perché tutto è stonatura e allo stesso tempo tutto è custode di un fascino grottesco che ammalia e che, come vedremo nel prossimo punto, crea dipendenza.
2. Freak giardino
Fino a qualche tempo fa mi sarei vergognata di quanto sto per scrivere, ma ad oggi, nel guardare fuori dalla finestra, verso il nostro piccolo e bellissimo spazio verde, sento salire un sorriso trionfante che non ho nessuna voglia di togliermi dalle labbra.
I precedenti padroni di casa ci hanno lasciato in eredità alcuni elementi giardineschi di presunto decoro, tra cui: un’anatra di legno, un buddha meditativo, due gabbie per volatili, e avanti andare.
Un tempo avrei riso, poi avrei fatto fagotto e l’avrei spedito al mittente nel luogo in cui esso appartiene: la pattumiera. Purtroppo per me, i quasi quattro anni di continua esposizione agli usi e costumi locali, gravano sulle mie capacità di giudizio e il risultato è che continuo a conservare i piccoli doni non desiderati con il cuore di una vecchia zia nubile, che dei nipoti non butta via neanche un dentino da latte.
A volerla dire tutta, se di primo impatto rifiutavo di adattare i miei occhi alla vista oltraggiosa delle british grossolanerie, ora, appena distolgo lo sguardo e lo poso altrove, ne sento la mancanza. C’è qualcosa di assuefacente in quest’accozzaglia priva di grazia, e ho da poco scoperto di cosa si tratta: è la genuinità con cui gli oggetti vengono fatti sopravvivere al tempo. Non solo sono tramandati amorevolmente di generazione in generazione, ma una volta esaurita la loro carica talismanica, vengono donati in beneficenza, andando ad affollare le mensole delle centinaia di Charity Shops di tutto il Paese, e poi di nuovo approdano in altre case, a ricominciare un altro ciclo vitale.
A questo punto si fa doverosa l’apertura di una parentesi per entrare nel mio territorio preferito, quello del pre-loved.
3. Pre-loved
Pre-loved, è uno dei termini che faccio più fatica a tradurre, non che non sia possibile, anzi, ma perché non riesco a restituirne le sottili sfumature. Si può tradurre in: qualcosa che qualcuno prima di te ha amato, o in qualcosa di cui qualcuno ha già avuto cura prima; nella sua versione italianizzata più spiccia - usato; di seconda mano - perde il valore affettivo che in inglese vive nell’armonia semantica di otto lettere. Limiti di traduzione a parte, una volta compresa la morale dietro i gesti, viene ancora più voglia di abbracciarne lo spirito.
Il mercato del pre-loved è una forma di economia circolare che consente di allungare la vita degli oggetti “precedentemente amati” ancora in nostro possesso. Una soluzione utile per ridurre le emissioni di CO2 legate alle fasi di realizzazione del nuovo e dismissione del vecchio.
Non vedo un solo motivo per non farne un’abitudine.
Tornando al tema del kitsch e associandolo al mercato dell’usato, consiglio, per chiunque volesse entrare nel mood per comprenderlo, un giro nel sito The Freecycle Network™, nelle cui pagine è possibile trovare gratuitamente, oltre ai divani deluxe e alle librerie in legno massello, anche una vastissima gamma di cringiate che superano i limiti delle più fervide immaginazioni - dai condoms scaduti agli animali impagliati; dagli indumenti intimi (usati) ai manuali di magia nera.
Spatriamento e dove parlarne
Spatriato è qualcuno senza patria, sempre altrove, sempre inquieto/a, sempre alla ricerca del proprio posto nel mondo. A volte, lo spatriato, è semplicemente chi lavora e/o vive all’estero, e conosce bene le dinamiche dello sradicamento e le problematiche dell’apprendimento di una nuova lingua. Altre volte, lo spatriato è chi si sente alieno anche a casa propria, o addirittura dentro il proprio stesso corpo.
Di questi temi ne scrivono in molti, ma ne parlano in pochi. Tra questi pochi c’è la mia tanto cara Itaca Colonia Creativa, che ha organizzato un ciclo di laboratori e workshop di incontro e confronto. Per chiunque fosse interessato/a a parteciparvi, Quadernetti mette in palio un numero limitato di buoni sconto. Basta mandare una mail a collaborazioni@itacacoloniacreativa.it con il seguente codice sconto: IOLEGGOQUADERNETTI. (Il buono è valido fino a esaurimento posti)
3 Marzo: Laboratorio online sullo spaesamento;
Lo spaesamento è il cuore pulsante dei romanzi d'esilio, nel racconto degli emarginati, diventa motore narrativo nei romanzi di formazione. Durante il laboratorio parleremo (e scriveremo) di scrittura e radici, di lontananza e di senso di smarrimento, con Camilla Fabbri, editor, docente e ghostwriter con sede a Londra, e Francesco Spiedo, scrittore, docente, socio e fondatore di Itaca Colonia Creativa. A seguire: dialogo con l’autrice Olga Campofreda.
3 ore dalle 17 alle 20.
Prezzo intero 29€, prezzo con sconto Quadernetti 19€9/10 marzo: Workshop online “Storie di confine” con Olga Campofreda;
Costruire storie che prendono spunto dalle nostre vite e si trasformano in qualcos’altro. Si tratterà di scavare dentro di noi, tra i nostri vecchi diari, le fotografie e i reperti del passato, muovendosi nel confine tra fiction e autofiction.
7 ore divise tra sabato 9 e domenica 10 marzo, dalle 9 alle 12:30.
Prezzo intero 149€, prezzo con sconto Quadernetti 135€
Last but not least, ultimo regalo Quadernetti x Itaca:
Gymnasion Palestra Letteraria:
Prezzo intero 39€, prezzo con sconto Quadernetti* 35€
Per info e dettagli: info@itacacoloniacreativa.it.
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