«Fra l'azzurro del cielo e il verde del mare, la nave, verde-gialla, ostenta i colori nazionali. Le tre del pomeriggio. Aria immobile. Caldo. In coperta, tra francesi, inglesi, argentini e yankees si affolla il Brasile. Ricchi piantatori di ritorno dall'Europa, uomini politici cretini e grassi, con le figlie magre e cretine e i figli cretini e laureati.»
Inizia con la grazia acerba di questo fraseggio satirico uno dei miei libri del cuore - Il Paese del Carnevale - del brasiliano Jorge Amado, che per anni ci ha consegnato nero su bianco un Brasile che samba e che canta, che affoga tra miseria, corruzione e rivoluzione, e aspetta sempre fiducioso di diventare "il primo paese del mondo".
Anni di ammirazione per questo mago della scrittura e uno zio trapiantato in Bahia mi hanno portato nel cuore pulsante della brasilianità, in un viaggio che ricordo come fosse ieri, era invece febbraio 2015.
Breve intro
Come si fa a parlare di un Paese vasto come l’Europa e impregnato dei contrasti di un continente intero? Non si fa, o si fa quel poco che si conosce e per quel poco che si è vissuto. Legherò queste consapevolezze al racconto del mio mese tra le calde braccia dello Stato di Bahia. In particolare, questa puntata di Zingarate sarà dedicata al Parco Nazionale Chapada Diamantina, noto per i suoi canyon mozzafiato, le cascate scenografiche, le piscine naturali e le foreste ancestrali.
Scansare il carnevale nel Paese del carnevale
Dicono che trovarsi nel Paese del carnevale e non prendere parte ai suoi festeggiamenti sia come andare a mangiare da Bottura e portarsi il panino da casa. Ho le prove che dimostrano quanto sia vero anche il contrario.
Prendete qualsiasi brasiliano non particolarmente incline all’abuso di cachaça o ai folleggiamenti estremi in luoghi pubblici e vi spiegherà perchè il carnevale è tranquillamente evitabile.
Non so se sia vero o no, noi ci siamo affidati ad alcuni buoni consigli, grazie ai quali siamo peraltro approdati in un angolo inaspettato e paradisiaco del Brasile.
Se vi interessa approfondire i racconti di chi invece è uscito carico di entusiasmo dall’esperienza a base di samba, trasgressioni e costumi variopinti, consiglio di spingervi verso altri lidi:
1) Lido 1
2) Lido 2
3) Lido 3
Buona lettura!
Parco Nazionale Chapada Diamantina
Per spiegare questo posto, che per me rimane tutt’ora uno dei più gloriosi e stupefacenti mai visti, bisognerebbe farsi una domanda: avete presente i campi elisi della mitologia greca? Ecco, immaginateli ora su una parte di mondo a disposizione dei comuni mortali, incastrati gentilmente tra la rigogliosa Serra do Espinhaço e le brillanti spiagge tropicali, ed avrete ottenuto un luogo di indisturbata voluttà altrimenti noto col nome di Chapada Diamantina.
Le escursioni al suo interno prevedono un numero abbondante di circuiti per tutti i palati, per lo più adatti ad ogni paio di gambe, comprese quelle eternamente impreparate come le mie.
Info utili
Regione: Stato di Bahia
Superficie Chapada Diamantina: 38’000 km2 (poco più piccolo della Svizzera)
La regione deve il suo nome al particolare tipo di suolo, ricco di diamanti, che l’ha portata agli onori della cronaca nel diciannovesimo secolo. Ora, saccheggiato il saccheggiabile, rimane una meta imperdibile per chiunque si trovi a quelle latitudini.
Base di appoggio
Vale do Capão. Un posto fuori dal tempo popolato da gente fuori dal tempo. Superlativo nel suo essere quieto ma ricco di attività, isolato ma con tutto il necessario a portata di mano. Impareggiabile in quanto a fermento artistico, a offerta culinaria e ad ospitalità.
Durata della visita
Una settimana circa - ma sappiamo di gente che ci si è spinta per una gitarella disimpegnata e si è fermata a viverci. Mettete in preventivo che sarà amore a prima vista e come tale, difficile da lasciare.
Vale la pena perchè
È un trionfo di scenari idilliaci ed è (ancora) al di fuori degli itinerari più conosciuti - quindi poco frequentato dalle orde chiassose dei turisti della domenica. Gli ampi spazi verdi e le montagne dalla bizzarra forma di pandoro, sono un gusto per gli occhi e una medicina per il cuore. Natureza é mais barato do que terapia (la natura è la più economica delle terapie) troverete scritto in molti luoghi. Fidatevi di quelle parole.
Quando andare
Percorribile in ogni momento dell’anno, tenendo a mente che il clima della Chapada Diamantina è caratterizzato da due periodi distinti. Il primo, da novembre a marzo, è caldo e umido, con pioggia e temperature più elevate. I mesi da maggio a settembre sono caratterizzati dal periodo più secco e con temperature leggermente più basse. Noi abbiamo approvato febbraio come periodo ideale sia a livello climatico che per scansare il carnevale.
Difficoltà
Sporadiche. Posso testimoniare che nonostante ingiustificate crisi di ansia di fronte a panorami leggermente vertiginosi e nessuna alternativa se non indossare scarpe assolutamente inadeguate all’occasione*, si tratta di un’esperienza alla portata dei più.
(*come detto in precedenza, cerco di essere sempre ben impreparata.)
Materiali utili per preparare un buon viaggio:
1) Vitamina Project
2) Un viaggio per capello
3) Sito Info Chapada
4) Arte e cultura in Chapada
Epilogo: il ritorno e la saudade
Cosa mi porto dentro di questo viaggio? La saudade.
Non si può parlare di Brasile senza parlare di saudade, e non si può parlare di saudade senza chiedersi se ci siano parole adatte a descriverla. Non ci sono, non si può spiegare, è un sentimento, è come il mal d’Africa, è un frullato di sensazioni. Saudade è allo stesso tempo batticuore adolescenziale e disincanto della maturità, è contemporaneamente estrema presenza e dolorosa assenza, è certezza e incertezza, è squilibrio ormonale e quiete interiore, è voglia di restare e voglia di andarsene.
La saudade è colore. È verde e blu.
La saudade è profumo. È mango maturo e terra bagnata.
La saudade è sapore. È açai e maracuja.
La saudade è melodia. È cuíca e birimbao.
La saudade è musica. È samba e bossa nova.
La saudade è una nostalgia senza tempo, che penetra nella pelle e si insinua nei tessuti; è già lì ad attenderti appena metti il primo piede fuori dall’aereo. Non la puoi evitare, ti si acquatta dentro. La saudade, in soldoni, è quella parola magica che nel corso degli anni ha dato e continua a dare lavoro a centinaia di letterati, poeti, scrittori, musicisti. È l’indicatore dell’autentica brasilianità.
«Sono uno scrittore che ha scritto della vita della mia gente, del carattere della mia gente. Quello che posso dire è che il più grande eroe del romanzo brasiliano è il popolo brasiliano.»
- Jorge Amado
Sono infinitamente grata a mio zio Alberto per aver avuto la splendida idea, più di trent’anni fa, di trasferirsi in Brasile; per aver avuto la pazienza di ospitarci durante il nostro soggiorno brasiliano; per averci suggerito di evitare il carnevale in favore di una visita alla Chapada Diamantina. Sono infinitamente grata a mio papà che, trovandosi in vacanza laggiù, ci ha invitati a viaggiare un mese con lui in lungo e in largo nelle profondità dello Stato di Bahia. A loro e alla Zia Judita, un grazie enorme.
La zingarata brasiliana comprende anche grosse scorpacciate di spiagge, sole, mare e trallallà. Non mancherò di parlarne nei prossimi numeri dei Quadernetti.
Vuoi conoscere di più sul nostro viaggio nella Chapada Diamantina? Scrivi un commento qua sotto oppure mandami una mail a martina.draft@protonmail.com. Sarò felice di parlarne ancora e perchè no, farlo in un’ altra puntata dei Quadernetti.
Il prossimo numero è in uscita venerdì 3 marzo per la rubrica notizie da un’isoletta.
Titolo: Londra, provincia di Roma.
Grazie per aver dedicato il tuo tempo alla lettura, è un onore per me scrivere per gente appassionata e appassionante.
Tanto cuore,
Martina Draft
Ti va di farne una buona azione? Dona un caffè virtuale e supporta la crescita del progetto Quadernetti.
Prima volta qui?