Ciao stai per leggere il nuovo post dei Quadernetti per la rubrica Notizie dall'isoletta. Un tributo alla mia verdissima patria adottiva, l’Inghilterra. Contiene, foto, aneddoti e dispacci dal quotidiano.
Outdoor people just want to have fun
Soundtrack consigliata: Girls just want to have fun - Cyndi Lauper
Notiziona degli ultimi tempi: Market Harborough, la ridente cittadina che ci sta donando i recenti natali, è stata menzionata tra i migliori posti in cui vivere nelle Midlands, secondo il Sunday Times. Risultato: folle in visibilio, petti gonfi di orgoglio e prezzi degli annunci immobiliari alle stelle. E anche quest’anno la casa la si compra l’anno prossimo.
Tra le caratteristiche di punta per il titolo di reginetta delle Midlands c’erano:
vicinanza e ottima connessione con Londra;
forte senso comunitario;
presenza di villaggi con caratteristiche storico/artistiche degne di nota.
Sul senso di comunità siamo tutti d’accordo, così come con la vicinanza a Londra e ad altre città di pregio - Cambridge, Oxford, Birmingham, Nottingham-, e alla cornice di villaggi fiabeschi. Sono però passati in secondo piano un paio di dettagli che mi sembra doveroso elencare:
1. L’industria ferroviaria inglese ha avuto il suo picco massimo nell’800, e nell’800 è rimasta. Un biglietto di sola andata per la capitale arriva a costare anche 80 sterline per un’ora di viaggio in rumorosissimi treni a diesel dalle tappezzerie antidiluviane, in perenne ritardo e dall’impatto ambientale disastroso.
2. Quanto alle case nei villaggi, così come quelle in paese, hanno raggiunto prezzi da castello per due stanze in croce dotate di impianti di riscaldamento in stile medievale, infissi che sembrano incollati con gli sputi e secondo bagno situato in giardino. Quello che paghi è la vista della casa da fuori che, se lo chiedete a me, è bella da far male!
Se non ci lasciamo intimorire da queste parentesi e ci limitiamo a guardarci intorno, vi assicuro che è un posto superlativo in cui piantare le tende.
La parte che vorrei approfondire in questa sede riguarda invece la comunità locale e la sua peculiarità più evidente, quella che in inglese si traduce con outdoor people o outdoorsy.
Gente abituata a stare all’aperto, a vivere gli ambienti esterni con qualunque tipo di temperatura e condizione atmosferica. Gente preparatissima, organizzata fin nei minimi dettagli, con cestini da picnic di dimensioni godzilliane e bagagliai d’auto perennemente colmi di attrezzatura da trekking e da campeggio. Gente che non si fa intimorire né da una spruzzata di neve né da una raffica di vento del nord. Gente in moto perpetuo, che cammina, che corre, che porta fuori il cane anche venti volte al giorno pur di stare fuori; gente che ha sempre una battuta legata al meteo, che smania per indossare t-shirt e abiti estivi non appena le temperature salgono sopra i 5°, gente che accende il caminetto anche a luglio perchè crea atmosfera.
Amo questa gente e amo i loro usi e costumi.
Di seguito vi propongo la mia personale cinquina che racchiude l’essenza dell’oudoorsy.
1. Outdoor people - Stile campesino
Vivere circondati dall’aura magica della campagna ha un fascino primordiale, e parte di questo fascino si riflette nello stile della gente: sciallo, noncurante, randomico. In qualunque modo tu abbia scelto di abbigliarti per uscire, stai sereno che non urterà la sensibilità di nessuno. Pensi di esserti vestito male? La domanda non è perché? Ma perché non l’hai fatto prima?
Lo stile campesino non è relegato solo ai sentieri di campagna ma si estende ovunque, ai pub, ai ristoranti, ai negozi, alle sale da tè, alle chiese, agli eventi mondani; in ognuno dei contesti citati, puoi star certo che metà della gente sarà agghindata come se stesse andando a tosare la pelliccia alle pecore, mentre l’altra metà sarà vestita come se di pecore ne avesse appena tosate un paio.
Se volete saperlo, per me che ho abbracciato la filosofia di vita per cui lo sposalizio perfetto è quello tra ciabatta e calzino, il disinteresse collettivo nei confronti del vestiario è un sogno che si avvera.
2. Outdoor people - Pioggia: compagna di mille avventure
La pioggia non impedisce il normale svolgimento delle faccende quotidiane, le rende più sapide.
La pioggia non ingrigisce il paesaggio, lo rende più vivace.
La pioggia non rallenta le macchine, le rende più lucide.
La pioggia non rovina i capelli, fornisce pretesti per non doverli asciugare.
La pioggia non ferma gli eventi sportivi, li trasforma in discipline acquatiche.
Se impari a vederla così, in Inghilterra hai vinto tutto.
Per farvi un esempio sul rapporto che lega questa brava gente alle precipitazioni atmosferiche, l’anno scorso nel mese di luglio le giornate di sole si sono protratte per più di tre giorni senza neanche l’ombra di una goccia di pioggia e i contadini già gridavano all'apocalisse. Ma quando il 19 luglio si è toccato lo storico picco di 40.3 °C a Coningsby nel Lincolnshire si sono trovati tutti talmente impreparati che non si sapeva più come gestirla e hanno accolto le notizie sulle ondate di calore anomalo con la disperazione di chi, dopo anni di completa inattività, è costretto a riesumare dalle cantine apparecchi sconosciuti come i ventilatori. Metà della popolazione non sapeva neanche come accenderne uno.
Gli outdoorsy, per la sorpresa, hanno persino sospeso jogging e ciclismo per concedersi qualche ora di ozio nei parchi, sotto gli alberi, e hanno scoperto che è possibile rilassarsi anche fuori casa.
3. Outdoor people - Wellies: il brutto che fa tendenza
In quest’angolo verdeggiante dell’isola puoi trovare un ampio campionario di wellies, aka stivali da pioggia, di ogni forma e dimensione; più brutti sono e più costano, più costano più fanno tendenza. Perché non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che è comodo.
Dopo un po' ti abitui a vederli addosso alla gente, anche a quella vestita con un certo gusto, e ti sembrano talmente normali da assumere il fascino del discreto.
Ti accorgi che i canoni generali di bellezza sono piuttosto bassi quando vedi gruppi di donne accalcate alle vetrine che applaudono l’uscita di un nuovo paio di stivali da pioggia con fantasia fagiani.
Se volete saperlo, il mio primo acquisto Made in England è estato un paio di stivali impermeabili, ma non di quelli belli e nemmeno di quelli lontanamente decenti, ma quel tipo di stivalacci che mia nonna non userebbe neanche per entrare in un pollaio. Quei due monumenti al mio fallimentare senso estetico troneggiano su una mensola colma di Birkenstock di altrettanto pessimo gusto che, comunque, portavo con fierezza anche prima di scoprire che ci sono posti, nel mondo, in cui quelli che taluni considerano abomini calzaturieri, sono invece considerati socialmente accettabili da talaltri. Questo, amici miei, è per me l’indicatore di un posto che merita di essere abitato.
4. Outdoor people - Bambini: Peppa Pig insegna
I bambini quassù godono di una fortuna che io da piccola mi sognavo: quella di poter continuare le occupazioni ludiche anche sotto piogge monsoniche.
Il bambino, in Inghilterra, già sa che nello zainetto di scuola dovrà mettere l’impermeabile anche se quando esce di casa splende il sole; il bambino sa che quella che adesso è una nuvola temporalesca, tra due minuti sarà solleone. Il bambino, inoltre, impara fin da piccolo che l’amicizia più duratura è quella con le intemperie e si rassegna a conviverci, si adatta, si fa creativo.
Tanti anni fa, in Italia, ho visto una puntata di Peppa Pig con alcuni bambini che supervisionavo nel doposcuola e quando il maialone nazionale è saltata felice a piè pari su una pozzanghera sporcandosi come consuetudine per la sua specie, tra i più grandi si è alzato un mormorio di indignazione e qualcuno ha anche osato dire bleah!. Qui in Gran Bretagna, se hai meno di dieci anni e non hai un poster di Peppa Pig che salta nelle pozzanghere sei un loser.
5. Outdoor people - Campeggio: protagonista indiscusso di ogni vacanza
E infine lui. Il mitico, il solo, l’ineguagliabile modo di passare le vacanze: il campeggio, simbolo per eccellenza del vero animo outdoorsy.
L’Inghilterra è una nazione di campeggiatori e la storia per loro è più o meno la seguente: più a nord vai e più miserabile sarà il tempo, più miserabile sarà il tempo e più forte sarà la determinazione a sfidarlo con tende e picchetti.
Pare ci sia un’innata pulsione ad incrementare il numero di attività all’aperto quando piove, è come un’eterna competizione tra il creatore e gli inglesi.
L’inglese che dopo un triathlon per boschi e sentieri tornerà a casa zuppo di fango e con i girini fin dentro le orecchie, sentirà di non aver sprecato la giornata.
God save the outdoor people.
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Quadernetti si prende un paio di settimane di vacanza, ci leggiamo venerdì 5 maggio!