Ciao, stai per leggere il nuovo post dei Quadernetti per la rubrica Inglesitudine.
Altro che ferma, sono sempre e soltanto in movimento, in attesa o di arrivare o di rientrare, oppure di andare via. Una piccola valigia ai piedi da fare, da disfare, la borsa in grembo, qualche soldo, un libro infilato lì dentro. Esiste un posto dove non siamo di passaggio? Disorientata, persa, sbalestrata, sballata, sbandata, scombussolata, smarrita, spaesata, spiantata, stranita: in questa parentela di termini mi ritrovo. Ecco la dimora, le parole che mi mettono al mondo.
Torno in questo spazio dopo mesi di assenza e porto l’entusiasmo dei traguardi inaugurati di recente. Mi tuffo nei Quadernetti come in un divano vecchio e solido e, più che di assenza, parlerei di presenza in diversi altrove. Primo, nella lista: Rivista A\polide, un progetto editoriale che mi vede attiva dalla sua nascita, e a cui dedico il post di oggi.
Ritorni e partenze. Assenze e presenze. Radici e innesti.
Ogni ritorno in Italia si traduce in una sincronizzazione disperata con calendari e orologi, e nel patema di decidere se vedere tutti e male, oppure vedere alcuni e poi convivere col rimorso di non essere stata capace di vedere gli altri. Muoversi, correre, camminare, pedalare, elemosinare passaggi. Tanti impegni, poca voglia. Tante persone, pochi giorni. Un equilibrio delicato fatto di una moltitudine di equilibri delicati.
Il ritorno chiede di entrare in punta di piedi per non intralciare il passo di chi è rimasto; chiede lucidità, per orientarci in un posto i cui ritmi non ci appartengono più. Chiede fisici bestiali e scarpe resistenti, pazienza e fluidità.
Tutte le persone rimaste nel proprio paese si somigliano, ogni persona emigrata è scissa a modo suo.
L’Italia come radice, l’Inghilterra come innesto. L’Italia come sfondo, l’Inghilterra come scenografia delle mie giornate. Questa è la condizione che ho scelto, e che ho abbracciato quando sono entrata nella redazione di A\polide: l’emancipazione, l’effervescenza; ma anche lo straniamento, la nostalgia; l’instabilità, l’irrequietezza.
Con sguardo A\polide
I miei nonni hanno cercato di mettere radici in una palude e hanno cambiato funzione e aspirazione ogni volta che l’America glielo ha chiesto, solo per trovare una specie di calma nella perdita accidentale degli oggetti che avevano portato con loro, oggetti dalle marche che non avevano più un’aderenza con la realtà e neanche un valore affettivo all’interno di una famiglia che si diceva sempre nuova mentre la sua liscivia euforica e triste veniva a galla, come se fosse una discarica riqualificata.
Lo sguardo a\polide è fatto di occhi curiosi, critici, trepidanti, che guardano alla letteratura non come fine, ma come strumento per interrogare il contemporaneo.
Lo sguardo a\polide è una questione sentimentale, il fil rouge di tante storie, riflessioni e incontri che esplorano l’esperienza umana da differenti prospettive.
A\polide è la rivista che mi è cresciuta tra le mani nell’arco di un anno, e che vi invito a seguire perché parla a chi, per scelta, necessità o ventura, vive il mondo come un flusso in continua trasformazione: gli spatriati, reali e figurati, chi se n’è andato, chi è tornato, chi è rimasto, ma non si sente a casa.
Un’ultima cosa, per concludere in bellezza
Ricordate il racconto Veneto mona mour, pubblicato su Topsy Kretts l’anno scorso? Bene, vi farà piacere sapere che ad aprile* uscirà il suo fratellone adulto e vaccinato, nel cartaceo intitolato Sei in un paese meraviglioso. Per realizzare questo progetto portentoso è stato creato un crowdfunding per coprire le spese di stampa; la donazione è libera e tutte le sostenitrici e i sostenitori verranno menzionati all’interno della rivista.
Vuoi essere parte del divertimento?
Le autrici e gli autori e presenti all’interno di Sei in un paese meraviglioso saranno: Gian Marco Griffi, Deborah D'Addetta, Annina Vallarino, Mohamed Maalel, Sabrina Efionayi, Stella Poli, Nicole Trevisan, Stefano Bonazzi, Maddalena Crepet e Martina Draft.
*Sei in un paese meraviglioso verrà presentato il 12 Aprile alla terza edizione di Grisù - Festival delle parole, a Ferrara. Venite, non tanto perché ci sarò anch’io, ma perché sul palco ci saranno anche autrici e autori superlativi.
Vi aspetto.
Grazie per aver dedicato il tuo tempo alla lettura.
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