Ciao, stai per leggere il nuovo post dell’edizione speciale dei Quadernetti per la rubrica Tascabile, in collaborazione con Itaca Colonia Creativa.
Si tratta di una raccolta di racconti sul tema della paura, nata tra i banchi di Gymnasion e portata alla luce da Martina Draft.
Le foto supportano i testi, e spesso arrivano dove le parole si siedono a guardare.
Andiamo dritti al sodo: qui c’è una raccolta di racconti pazzesca, che merita di essere letta tutta d’un fiato. Per scriverla si sono riunite undici penne e ventidue mani che oggi mettono la loro firma all’interno della rubrica Tascabile e, per la prima volta nella storia dei Quadernetti, il progetto si arricchisce di nuove voci.
Seguite il link per scaricare subito Storie dell’Altro Mondo oppure rimanete ancora qualche istante a sbirciare gli estratti.
I racconti, tutti brevissimi, seguono il filo degli esercizi proposti in sede di palestra letteraria e sono divisi in tre parti, ciascuna delle quali ha un preciso tratto caratteristico volto a indagare il tema della paura da differenti punti di vista.
In Storie dell’Altro Mondo confluiscono e si incrociano trame narrative vertiginose, oniriche e perturbanti, figlie della sperimentazione che caratterizza l’attività del gruppo Gymnasion.
Il magma delle voci rivela l’impossibilità, spesso, di scindere il mondo irreale da quello ordinario, penetrando prima nell’uno e poi nell’altro, mostrandoci le zone oscure del quotidiano, facendoci dormire sonni irrequieti o vorticare nelle pareti di incubi senza fine.
La realtà percepita in queste pagine risulta scivolosa, inafferrabile, ed è metafora della solitudine e dello spaesamento che coglie l’essere umano di fronte all’ignoto e alla morte.
Storie dell’Altro Mondo ● Estratti
In ordine alfabetico:
Camilla Azzoni - che ci fa camminare sul bordo tra incubo e realtà, racconta:
Qualcuno bussò alla porta d’ingresso del suo appartamento e Marcella si drizzò sul letto. Un unico, singolo tonfo. Forse il portone del condominio aveva sbattuto per la corrente o era stato chiuso con troppa foga.
Laura Calagna Bambini - che ci manda tutti all’altro mondo, racconta:
Ti ho visto dentro la cassa di metallo, ti hanno dovuto spezzare le gambe perché ti eri irrigidito e non c’entravi. Lo so. Ma nessuna voce ha attraversato il parco e gli altri dormono, anche se non li vedo più e non mi va nemmeno di trovarli.
Connie Bandini - che ci fa dormire accanto ai fantasmi, racconta:
Pietro ha la bocca socchiusa e i piccoli incisivi, macchiati di rosso, affondano nell’imbottitura di stoffa; gli occhi due pozzi scuri che mi fissano e mi risucchiano in un vortice che ha il colore della notte.
Marco Bonomo – che ci accompagna per le strade di una Milano dannata, racconta:
La canzone un po’ folk, un po’ indie, un po’ rock sfuma, qualcuno mi sta aspettando: so già chi è, anche se non ho mai visto il suo volto.
Umberto Camerini – che ci fa pentire di non aver preso la strada per il cimitero, racconta:
I lampioni lasciano scricchiolare la luce, le prime falene si affacciano pigre e intontite dal fresco. Il mio passo è sempre lo stesso, salite, discese, curve strette, coni arancioni che piombano dall’alto e macchie di buio che salgono dall’asfalto alle chiome degli alberi, non cambia.
Martina Draft – che ci porta a spasso tra gli stati alterati di coscienza, racconta:
Morirò qui da sola, in Perù. Mi porteranno via in una bara fatta di foglie e di ossa di macaco, e mia mamma piangerà tantissimo. Piangerà per giorni, al pensiero che non indossavo i calzini buoni.
Lorenzo Galuppi - che ci fa sedere nella poltrona dello spettatore impotente, racconta:
Lei compariva in pigiama estivo, salutava e sorrideva. Cenavano insieme; ascoltava il futuro di due estranei senza dire nulla sul proprio. Dei figli, presto certo.
Oscar Guelfa - che ci immerge nelle ambiguità dell’ambiente lavorativo, racconta:
L’altro giorno, per esempio, ho scritto un augurio per il pensionamento di una persona che non conoscevo per niente, ringraziandola calorosamente per i meravigliosi anni di collaborazione e i tanti ricordi insieme. Mi sono chiesta se la sua risposta fosse stata scritta a sua volta da un’assistente che non conosceva il mio capo.
Giulia Morciano - che ci mostra gli aloni oscuri degli affetti materni, racconta:
Non esiste bene senza male, se la mamma Rosaria ti sorride in pubblico e ti fa un occhio nero e ti rompe un braccio nell’intimità delle mura domestiche.
Pietro Nunziata - che ci fa precipitare nel limbo tra sonno e veglia, racconta:
Ignoro come sia stato possibile, in un pomeriggio freddo e nebbioso di febbraio, sdraiarmi sul letto, chiudere gli occhi e ritrovarmi dinnanzi alla Regina delle Querce, l’albero più anziano del bosco di Tribucchi.
Nicole Tagliazucchi - che ci regala un’incursione terrificante nel mondo online, racconta:
Era una fortuna che su Twitter, dove si annidavano i suoi haters, ci fosse un limite di caratteri per post.
Quadernetti è un contenitore di parole, un esercizio di stile, un atto di condivisione; è gratis, e lo sarà sempre. Tuttavia è un progetto reso possibile dalle care persone che, abbonandosi, lo sostengono.