Ciao, stai per leggere il nuovo post dei Quadernetti per la rubrica Tascabile. Una raccolta dei miei racconti, scritti a partire da un ricordo, un’intuizione, un malinteso, un frammento di conversazione. Le foto supportano i testi, e spesso arrivano dove le parole si siedono a guardare.
Tra finzione e realtà: l’autofiction
Muoversi sul confine tra l’invenzione e la vita è un lavoro di innesti: scavando nella nostra esperienza recuperiamo i sentimenti più autentici, che sono già di per sé potenzialmente universali; poi li travestiamo, li gettiamo in un contesto diverso ma verosimile, oppure semplicemente ci prendiamo la briga di modificarli, piegandoli ai nostri fini.
Iniziava con queste premesse il workshop sull’autofiction a cui ho partecipato a marzo, tenuto da Olga Campofreda per Itaca Colonia Creativa; un weekend magico, pieno di epifanie. Sotto la guida di Olga è nato il racconto Veneto mona mour, pubblicato oggi su Topsy Kretts.
Obiettivo di questo workshop era:
Costruire storie che prendono spunto dalla nostra vita per trasformarsi in qualcos’altro. Scaveremo molto dentro di noi, dentro i nostri vecchi diari, fotografie e reperti del passato. Poi ci concederemo di plasmare questi elementi ai fini del racconto che vogliamo scrivere, trasfigurandoli fino a farli diventare qualcosa di nuovo. Cercheremo l’autenticità dei sentimenti e di certe osservazioni per inserirli in un palinsesto finzionale che si distingua per verosimiglianza e calore.
Scava, plasma, riesuma: sono stati imperativi fondamentali per creare Veneto mona mour: uno spaccato di vita più o meno vissuta, che racconta – attraverso la lente dell’autofiction – qualcosa di realmente accaduto ma anche qualcosa che potrebbe potenzialmente capitare, come suggerisce la scelta dei tempi verbali.
Nel bene e nel male questa piccola storia matta è anche la mia storia, Itaca Colonia Creativa* ci ha creduto e l’ha proposta a Topsy Kretts, che ci ha creduto a sua volta, e gli ha dato spazio. A loro, e a Olga Campofreda, va il mio più grande GRAZIE in caps lock.
*Grazie soprattutto a Francesco Spiedo e Camilla Fabbri, per credere in me più di quanto ci credo io!
Nel numero di oggi, su Topsy Kretts, troverete altri nove racconti, uno più bello dell’altro, scritti dalle compagne e dai compagni di Itaca; più un racconto del nostro Francesco Spiedo.
Gli abbonati al club dei Quadernetti riceveranno a breve anche l’antologia “Quello che non si vede fuori”, in cui sono raccolti dodici microtesti inediti, scritti negli ultimi dodici mesi. (Se non perviene entro venerdì, fate un fischio a martina@quadernetti.it)
Ultimo ma non da meno
Quei bravi ragazzi di Itaca organizzano un numero incredibile di belle attività sia in presenza che online; il prossimo weekend, ad esempio, incontreremo Matteo Porru nel contesto del laboratorio su Memoria e oblio, tenuto da Francesco Spiedo.
Per chiunque fosse interessata/o a parteciparvi, Quadernetti mette in palio un numero limitato di buoni sconto. Basta mandare una mail a collaborazioni@itacacoloniacreativa.it con il seguente codice: IOLEGGOQUADERNETTI. (Il buono è valido fino a esaurimento posti)
Quadernetti è un contenitore di parole, un esercizio di stile, un atto di condivisione; è gratis, e lo sarà sempre. Tuttavia è un progetto reso possibile dalle care persone che, abbonandosi, lo sostengono.
In ogni caso, grazie per essere qui con me.